Questo è il mio secondo decalogo sulla gestione della crisi: il primo lo scrissi nel marzo 2020 e una sua ampia parte è ancora attuale.
Rientrato in Italia dopo un breve soggiorno estero, trovai un paese intontito dal prepotente ingresso in scena di un nuovo protagonista: il Virus della Paura, fratello del più noto e già presente Coronavirus.
A distanza di due anni il Virus della Paura si è ulteriormente rafforzato, ben aiutato dalla follia e dall’egoismo degli uomini (a dire il vero non di tutti).
Guerra, rincari energetici, carenza di materie prime, speculazioni: la lista è lunga e mi fermo qui.
Perché un decalogo anti-crisi
Serve un decalogo anti-crisi aggiornato perché la crisi o, meglio a dirsi, il binomio instabilità socio-economica/turbolenza ambientale è e sarà una condizione ricorrente che ci accompagnerà per molti anni (forse per sempre).
Se sei un imprenditore o un professionista ne devi tener conto nella definizione della tua strategia di risposta (a ben pensarci il discorso va esteso a tutte le categorie).
Già ben prima della crisi ucraina, fare business significava operare in un contesto dove incertezza e mutevolezza richiedevano flessibilità strategica e capacità di adattamento.
Gli eventi odierni non fanno altro che confermare il tutto.
Ora come nel 2020 ho organizzato, velocemente e per ciascuna delle attività cui partecipo, riunioni di coordinamento interno per definire punti fermi, team di gestione della crisi, processi, contromisure e comportamenti con cui affrontare una situazione mai vista in passato.
Soluzione e adattamento
Non ho la soluzione, nessuno ce l’ha e con questa consapevolezza sono assolutamente convinto che esistono modi di adattarsi e reagire a questo momento così difficile che sono migliori di altri e sta a te, a noi individuarli.
Voglio condividere con imprenditori e professionisti quanto emerso nelle riunioni fatte e quanto emergerà nei giorni a venire, parlandone sia in termini generali sia con approfondimenti specifici accompagnati da indicazioni operative.
Lo farò attraverso una serie di dieci post e ti chiedo da subito commenti, critiche e suggerimenti per migliorare le idee, gli spunti e gli strumenti proposti.
accertare la propria situazione di partenza, introdurre i correttivi dovuti e monitorandone l’evoluzione;
ridefinire priorità di spesa e di investimento.
In questo primo post voglio parlarti dell’atteggiamento mentale che accompagna il sottoscritto, i suoi partner e tanti altri (purtroppo mai troppi) ancora.
Lo faccio partendo da una sorta di slogan uno e trino che non mi stancherò mai di ripetere: calma, lucidità, ottimismo.
Non possiamo rinunciarvi perché lasciarsi prendere dall’isteria e dal catastrofismo è autolesionismo allo stato puro; un errore spesso presente nella comunicazione, online e offline, di questi giorni.
Mindset e valutazione critica
Mantenere un atteggiamento positivo non significa sottovalutare la gravità della situazione.
So bene che la gelata economica farà fuori moltissime imprese e altrettanti professionisti (la variazione prevista a fine 2021 di un + 4% per il PIL italiano potrebbe essere completamente azzerata), porterà via il lavoro a migliaia di lavoratori e serviranno anni per ritornare competitivi e per assistere ad una normalizzazione del commercio internazionale.
Lo stesso P.N.R.R. dovrà essere ridefinito.
La consapevolezza della gravità della situazione è irrinunciabile e la preoccupazione va ben accompagnata da una reazione meditata e ponderata.
Calma, lucidità e ottimismo in 6 punti concreti
Sii consapevole del fatto che la crisi terminerà.
Ricorda sempre che la crisi è un periodo di difficoltà, più o meno esteso, con un inizio e una fine (e quindi terminerà).
La fine della crisi non elimina però l’instabilità socio-economica e la turbolenza ambientale, elementi sempre più strutturali dei nostri sistemi economici con cui confrontarsi quotidianamente.
Concentrati anche sugli aspetti positivi.
Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno.
Impegnati quotidianamente per individuare e coprire tempestivamente le aree di mercato lasciate scoperte dai tuoi competitor che stanno entrando in affanno o che non ce la faranno (il detto “mors tua, vita mea” non è mai stato così attuale).
La crisi porta opportunità, non solo difficoltà.
Fermati a riflettere.
Devi capire che il momento di crisi può e deve diventare per tutti noi una pausa di riflessione e valutazione per consentirci una ripartenza successiva, più forti e organizzati meglio di prima. Cosa porta la riflessione? Nuove idee, nuovi modi di pensare (anche controintuitivi), nuovi modelli di business, nuove strategie, nuove alleanze strategiche…
Adotta una nuova visione imprenditoriale
Interiorizza il fatto che fare impresa significa anche gestire imprevisti sempre più ricorrenti.
In un mondo così globalizzato e interconnesso avremo sempre più spesso a che fare con le emergenze, sanitarie e non.
Tutto questo fa parte delle regole di un gioco che dobbiamo accettare se vogliamo essere imprenditori (con la conseguenza che concetti e strumenti come le procedure di gestione della crisi e i fondi di emergenza devono entrare definitivamente nella nostra cultura imprenditoriale).
La crisi stimola l’auto-miglioramento.
Puoi decidere di tirar fuori il meglio di te (e farlo) per reinventarti, riposizionarti e quindi rivedere i tuoi prodotti/servizi, la tua offerta commerciale e, più in generale, il tuo sistema aziendale.
Non solo: puoi anche migliorarti come persona.
Carattere
La ricetta anti-crisi richiede tre ingredienti fondamentali:
– determinazione (tira fuori le palle, sei un combattente e la tua arma più potente è la tua mente);
– distacco (che ti consente di fare una “fredda” analisi di una situazione in continua evoluzione e di non farti sentire morto prima del tempo);
– solidarietà (verso chi sta peggio di te, attivando un dialogo dentro e fuori la filiera per condividere know-how, idee, spunti, tentativi e, magari, far partire delle reti d’impresa veramente efficaci).
Nel prossimo post parlerò di crisi e scenari.
Continua a seguirmi, condividi l’articolo e, soprattutto, racconta la tua esperienza attuale.
Il contributo di tutti è assolutamente richiesto.
Continua a seguirmi: nel prossimo post parlerò di crisi e scenari.
Aggiornamento del decalogo
Questo è il mio secondo decalogo sulla gestione della crisi: il primo lo scrissi nel marzo 2020 e una sua ampia parte è ancora attuale.
Rientrato in Italia dopo un breve soggiorno estero, trovai un paese intontito dal prepotente ingresso in scena di un nuovo protagonista: il Virus della Paura, fratello del più noto e già presente Coronavirus.
A distanza di due anni il Virus della Paura si è ulteriormente rafforzato, ben aiutato dalla follia e dall’egoismo degli uomini (a dire il vero non di tutti).
Guerra, rincari energetici, carenza di materie prime, speculazioni: la lista è lunga e mi fermo qui.
Perché un decalogo anti-crisi
Serve un decalogo anti-crisi aggiornato perché la crisi o, meglio a dirsi, il binomio instabilità socio-economica/turbolenza ambientale è e sarà una condizione ricorrente che ci accompagnerà per molti anni (forse per sempre).
Se sei un imprenditore o un professionista ne devi tener conto nella definizione della tua strategia di risposta (a ben pensarci il discorso va esteso a tutte le categorie).
Già ben prima della crisi ucraina, fare business significava operare in un contesto dove incertezza e mutevolezza richiedevano flessibilità strategica e capacità di adattamento.
Gli eventi odierni non fanno altro che confermare il tutto.
Ora come nel 2020 ho organizzato, velocemente e per ciascuna delle attività cui partecipo, riunioni di coordinamento interno per definire punti fermi, team di gestione della crisi, processi, contromisure e comportamenti con cui affrontare una situazione mai vista in passato.
Soluzione e adattamento
Non ho la soluzione, nessuno ce l’ha e con questa consapevolezza sono assolutamente convinto che esistono modi di adattarsi e reagire a questo momento così difficile che sono migliori di altri e sta a te, a noi individuarli.
Voglio condividere con imprenditori e professionisti quanto emerso nelle riunioni fatte e quanto emergerà nei giorni a venire, parlandone sia in termini generali sia con approfondimenti specifici accompagnati da indicazioni operative.
Lo farò attraverso una serie di dieci post e ti chiedo da subito commenti, critiche e suggerimenti per migliorare le idee, gli spunti e gli strumenti proposti.
Scrivimi su alessandro.vianello@eftilia.it
Vado quindi a ripetermi e dico che la soluzione per un problema derivante da eventi incontrollabili non ce l’ha nessuno.
Quello che si può fare è trovare il modo migliore di adattarci alle circostanze e reagire; dialogando e lavorando insieme lo si fa certamente prima.
Tutto parte dal mindset
Come affrontare la crisi?
Partendo da un atteggiamento mentale adeguato.
E, dotati del giusto mindset, si va poi a:
In questo primo post voglio parlarti dell’atteggiamento mentale che accompagna il sottoscritto, i suoi partner e tanti altri (purtroppo mai troppi) ancora.
Lo faccio partendo da una sorta di slogan uno e trino che non mi stancherò mai di ripetere: calma, lucidità, ottimismo.
Non possiamo rinunciarvi perché lasciarsi prendere dall’isteria e dal catastrofismo è autolesionismo allo stato puro; un errore spesso presente nella comunicazione, online e offline, di questi giorni.
Mindset e valutazione critica
Mantenere un atteggiamento positivo non significa sottovalutare la gravità della situazione.
So bene che la gelata economica farà fuori moltissime imprese e altrettanti professionisti (la variazione prevista a fine 2021 di un + 4% per il PIL italiano potrebbe essere completamente azzerata), porterà via il lavoro a migliaia di lavoratori e serviranno anni per ritornare competitivi e per assistere ad una normalizzazione del commercio internazionale.
Lo stesso P.N.R.R. dovrà essere ridefinito.
La consapevolezza della gravità della situazione è irrinunciabile e la preoccupazione va ben accompagnata da una reazione meditata e ponderata.
Calma, lucidità e ottimismo in 6 punti concreti
Ricorda sempre che la crisi è un periodo di difficoltà, più o meno esteso, con un inizio e una fine (e quindi terminerà).
La fine della crisi non elimina però l’instabilità socio-economica e la turbolenza ambientale, elementi sempre più strutturali dei nostri sistemi economici con cui confrontarsi quotidianamente.
Vedi sempre il bicchiere mezzo pieno.
Impegnati quotidianamente per individuare e coprire tempestivamente le aree di mercato lasciate scoperte dai tuoi competitor che stanno entrando in affanno o che non ce la faranno (il detto “mors tua, vita mea” non è mai stato così attuale).
La crisi porta opportunità, non solo difficoltà.
Devi capire che il momento di crisi può e deve diventare per tutti noi una pausa di riflessione e valutazione per consentirci una ripartenza successiva, più forti e organizzati meglio di prima. Cosa porta la riflessione? Nuove idee, nuovi modi di pensare (anche controintuitivi), nuovi modelli di business, nuove strategie, nuove alleanze strategiche…
Interiorizza il fatto che fare impresa significa anche gestire imprevisti sempre più ricorrenti.
In un mondo così globalizzato e interconnesso avremo sempre più spesso a che fare con le emergenze, sanitarie e non.
Tutto questo fa parte delle regole di un gioco che dobbiamo accettare se vogliamo essere imprenditori (con la conseguenza che concetti e strumenti come le procedure di gestione della crisi e i fondi di emergenza devono entrare definitivamente nella nostra cultura imprenditoriale).
Puoi decidere di tirar fuori il meglio di te (e farlo) per reinventarti, riposizionarti e quindi rivedere i tuoi prodotti/servizi, la tua offerta commerciale e, più in generale, il tuo sistema aziendale.
Non solo: puoi anche migliorarti come persona.
La ricetta anti-crisi richiede tre ingredienti fondamentali:
– determinazione (tira fuori le palle, sei un combattente e la tua arma più potente è la tua mente);
– distacco (che ti consente di fare una “fredda” analisi di una situazione in continua evoluzione e di non farti sentire morto prima del tempo);
– solidarietà (verso chi sta peggio di te, attivando un dialogo dentro e fuori la filiera per condividere know-how, idee, spunti, tentativi e, magari, far partire delle reti d’impresa veramente efficaci).
Nel prossimo post parlerò di crisi e scenari.
Continua a seguirmi, condividi l’articolo e, soprattutto, racconta la tua esperienza attuale.
Il contributo di tutti è assolutamente richiesto.
Continua a seguirmi: nel prossimo post parlerò di crisi e scenari.
Avanti Italia, avanti tutti!
_ Alessandro Vianello _
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