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  • DECALOGO ANTI-CRISI PER PROFESSIONISTI E IMPRESE PART SEVEN: CRISI E SELETTIVITÀ
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La drammaticità di questi giorni ci richiede di avere le idee quanto mai chiare per poter governare al meglio una situazione emergenziale così straordinaria e mutevole.

Nel farlo bisogna semplificare.

Selettività

La semplificazione parte dalla selettività.

Banale dire che la grave illiquidità che ha già colpito tante aziende e altrettante famiglie si allargherà a macchia d’olio.

Altrettanto banale (e non ancora ben interiorizzato) è il fatto che una larghissima fetta della popolazione (anche quella benestante) dovrà rivedere profondamente le proprie abitudini di spesa e di investimento.

Limito ora il discorso alle PMI non operanti nel segmento del lusso e osservo l’inevitabilità di una revisione a monte delle loro priorità di spesa e investimento (e degli obiettivi connessi) per poter sostenere le uscite finanziarie necessarie.

Selettività si traduce nella nostra capacità di fare scelte condizionate dal rispetto di alcune parole chiave che per me sono: frugalità, efficienza, efficacia, semplificazione, esempio.

Frugalità

Goethe diceva: “La vera fortuna è la frugalità.

Già ben prima del Coronavirus e della crisi ucraina i consumatori erano ben attenti al valore ottenuto a fronte di un prezzo dato e si assisteva ad un orientamento generale verso prodotti sempre più economici.

L’innovazione frugale non è quindi la novità del momento, semmai il momento la rende quanto mai attuale e importante.

La logica sottostante consiste nell’attivare nuovi processi per fare (produrre beni, erogare servizi) meglio con meno e trova giustificazione in una serie di motivazioni estremamente serie:

– poter raggiungere e servire i milioni di persone che popolano i paesi in via di sviluppo e i meno abbienti dei paesi sviluppati;

– gestire con adeguati prodotti/servizi le problematiche legate all’aumento dell’età media della popolazione dei grandi paesi e del conseguente calo della forza lavoro;

– ingaggiare i giovani più talentuosi e coinvolgerli in un’attività imprenditoriale effettivamente utile per la società e per l’ambiente, comunicata e percepita coerentemente.

Le PMI sopravvissute dovranno ripensarsi, rendendo i loro comportamenti e i loro modelli di business sempre più frugali.

Frugalità è sorella di Sostenibilità.

Efficienza

Il concetto di efficienza è strettamente collegato a quello di frugalità e non va identificato con il “fare con i minori costi possibili” ma con il “fare quello che serve al mercato con il minor impiego possibile di risorse”.

Anche questa non è la novità assoluta (results based management vs activity based management): l’attenzione dei titolari delle PMI (e delle attività professionali) andrà spostata dalla valutazione tout court dell’efficienza delle attività alla capacità delle attività di produrre risultati (leggasi soluzioni ai bisogni del mercato cui il mercato attribuisce valore/utilità) in condizioni di economicità e sostenibilità sociale e ambientale.

Efficacia

Le nuove PMI dovranno essere efficaci, ossia in grado di realizzare nel migliore dei modi le attività necessarie per conseguire i micro-obiettivi essenziali per la realizzazione del macro-obiettivo primario: produrre beni/erogare servizi che portino valore/servono al mercato e siano percepiti tali dal mercato stesso.

Evidente come il tutto non si traduce solo in una maestria tecnico-produttiva (insufficiente) e necessita di una capacità di ascolto (del mercato) e di comunicazione (al mercato) molto spesso assenti.

Less is more!

Non possiamo continuare a far tutto, a voler tutto, a lavorare con tutti!

La scarsità di risorse (e competenze) è cronica nelle piccole imprese italiane (anche in una larga parte delle medie, come pure nei piccoli professionisti) e dobbiamo preferire il meno al più.

Meno clienti!

Meno attività!

Meno prodotti/servizi offerti!

In una sola parola: meno dispersione di tempo, denaro, energia.

La scelta sottostante: abbandonare la tuttologia per percorrere la strada del posizionamento specialistico.

Conseguenze della semplificazione?

– Eliminazione del superfluo/dannoso (attraverso un taglio dei costi non lineare e mirato).

– Focalizzazione.

Esempio

I comportamenti contano più di mille parole e quelli dei titolari devono essere di esempio per i nostri dipendenti e collaboratori.

La parsimonia, la frugalità, la sostenibilità e la semplicità devono entrare a fa parte del patrimonio culturale di alcuni e lo dico senza alcun intendimento populista o anticapitalista (chi mi conosce sa bene quanto sia lontano dall’ideologia comunista).

Nel momento in cui a tutti viene chiesto un sacrificio (e stiamo pur certi che verrà chiesto pure a molti dei nostri dipendenti e collaboratori) vanno posti in essere atti simbolici dai riflessi sostanziali.

Alcuni esempi per titolari di PMI e studi professionali.

Stai per acquistare il macchinone perché, nonostante la crisi, te lo puoi permettere ugualmente e la tua vecchia auto sta per abbandonarti dopo un glorioso servizio?

Non farlo, acquistane una da 30/40.000 euro anzi fatti un noleggio a lungo termine perché è meglio per la tua liquidità personale – il macchinone te lo compravi prelevando dal tuo conto corrente privato, vero?).

Darai un segnale alle persone che lavorano con te e stanno dormendo male (o non dormono proprio) a causa di grandi difficoltà mai conosciute in passato e potrai  sempre continuare a spostarti agevolmente da casa tua all’azienda e sostenere le trasferte lavorative.

Hai un compenso fisso mensile bello sostanzioso?

Variabilizza una percentuale significativa del tuo compenso e aggancialo al raggiungimento di obiettivi predefiniti.

Mi raccomando: obiettivi raggiunti che siano poi mantenuti per un periodo di anni significativo, non one shot.

Se sei un titolare d’impresa o di uno studio professionale come applichi la selettività alle tue scelte gestionali?

Raccontamelo nelle note.

Avanti Italia, avanti tutti!

Alessandro Vianello _                                                                        

Precedenti post del decalogo

Part one: l’atteggiamento mentale in situazione di crisi

Part two: crisi e scenari

Part three: strategia di risposta

Part four: crisi e accertamento della propria situazione di base

Part five: come e perché fare monitoraggio

Part six: crisi e sistema di cambiamento

Se intendi leggere precedenti articoli non letti, se vuoi pormi domande/critiche/osservazioni o vuoi condividere la tua esperienza del momento, scrivilo sui commenti o su alessandro.vianello@eftilia.it

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