Sostenibilità e successo aziendale: un binomio inscindibile
I profondi e radicali cambiamenti demografici, sociali, economici e climatici, a livello globale degli ultimi decenni hanno stravolto velocemente gli scenari di mercato e hanno imposto irrimediabilmente di rivedere e riadeguare i modelli di riferimento canonici di vivere e fare impresa, orientati esclusivamente al profitto.
Lo sviluppo sostenibile, la cura a tutto tondo dell’ambiente, dell’economia e della società sono i temi caldi degli ultimi anni non destinati a scomparire come una qualsiasi moda di mercato passeggera: queste tematiche stanno concentrando l’interesse e l’attenzione di Governi, Policy maker ed Enti sovranazionali; sono già da adesso l’argomento principale su cui si stringono le Agende Mondiali di sviluppo fino al 2050 e oltre.
Tutte le Regolamentazioni e Direttive europee più discusse e innovative degli ultimi anni riguardano la sostenibilità: il Regolamento sulla Tassonomia (in vigore dal 13 luglio 2020, a seguito del Regolamento (UE) 2020/852), che classifica le attività e i criteri tecnici per attribuire il bollino di attività sostenibile; la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), pilastro fondamentale dell’Agenda della Finanza Sostenibile lanciato a marzo 2018, che impone di fornire a tutti i partecipanti del mercato finanziario informazioni circa i rischi di sostenibilità e i principali impatti negativi creati sull’ambiente; la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), il cui testo è stato pubblicato lo scorso 16 dicembre nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, che stabilisce le norme in materia di divulgazione di informazioni di carattere non finanziario per le imprese di grandi dimensioni e per le PMI quotate. In aggiunta a queste, l’Europa sta divulgando tutta una serie di Action Plan di settore, Strategie e framework che mirano a far entrare sempre di più la sostenibilità all’interno delle aziende.
In questo contesto di continui cambiamenti e rimodellamenti normativi, ha iniziato a trasformarsi anche il nostro vocabolario: l’aggettivo sostenibile, che per anni ha avuto come significato universale quello di “essere atti a sopravvivere nel tempo, a conservarsi, a difendersi”, oggi assume l’accezione di “salvaguardia delle risorse” e di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. Da questa nuova accezione di sostenibilità è mutato anche il concetto di sostenibilità aziendale e successo aziendale. Storicamente il successo aziendale era misurato soltanto in base alla capacità dell’impresa di generare valore economico: questa definizione appare ormai limitata e obsoleta. Alla luce dei grandi cambiamenti mondiali a cui stiamo assistendo e assisteremo ancora, la sola creazione di valore economico non è più sufficiente per definire un’azienda di successo e assicurarne la sopravvivenza nel tempo. Stiamo vivendo quindi anche una profonda trasformazione all’interno di quelli che sono sempre stati i canonici criteri alla base della valutazione aziendale: al fine di valutare correttamente un’impresa e la sua capacità di sopravvivere è necessario mettere sotto la lente di ingrandimento non solo l’abilità dell’azienda a produrre valore economico, ma anche come questa si pone nei confronti dell’Ambiente, della Società, e che sia coerente con questi valori anche nella Governance al suo interno (ESG).
L’aspetto ambientale – Environmental – riguarda l’impatto che l’attività economica ha sull’ambiente e sul territorio. Sostenibilità dal punto di vista ambientale significa conservare il capitale naturale tenendo presente che l’ambiente pone limiti ad alcune attività umane: non è più possibile “barattare” risorse ambientali o danni arrecati all’ambiente in cambio di vantaggi economici.
Un’azienda che ha a cura la tematica ambientale si impegna a porsi nei confronti dell’ambiente con un approccio sostenibile: produrre i propri prodotti con materiali il meno inquinanti possibile, evitare gli sprechi, sfruttare la circolarità dei materiali, compensare la propria impronta ambientale con azioni volte al sostegno dell’ambiente.
L’aspetto che riguarda la collettività – Social – ha a che fare con la salvaguardia della società attraverso il concreto miglioramento di tutta una serie di fondamenti, come: salute, relazioni personali, sicurezza, standard di vita, uguaglianza, libertà, servizi, welfare, prosperità. È relativo, quindi, alla capacità di un’azienda ad assicurare il benessere umano dell’individuo, il benessere collettivo della comunità e il benessere del territorio: la capacità di creare pertanto un impatto positivo sulla società. Gli esempi sono diversi: si passa da una corretta gestione del capitale umano, come il benessere psicofisico dei dipendenti, o anche al sostegno a iniziative per promuovere lo sviluppo del territorio, donazioni a enti benefici, iniziative di volontariato aziendale.
L’ultimo aspetto riguarda l’etica a tutto tondo interna all’azienda – Governance – il modo in cui un’impresa è amministrata. Concerne la remunerazione dei dirigenti (che può essere più o meno equa), l’etica retributiva, le strategie e le pratiche fiscali, la diversità e la struttura del Consiglio di Amministrazione con il rispetto della meritocrazia e board balance, il contrasto ad ogni forma di corruzione, il rispetto dei diritti degli azionisti, la trasparenza delle decisioni e delle scelte aziendali.
La governance dell’azienda è chiamata a mettere in atto politiche e strategie per essere quanto più possibile portatrice di valori sani e sostenibili.
Nuove opportunità per le imprese
Il tessuto economico italiano è costituito in maggior parte da PMI, che spesso vedono la sostenibilità come un ulteriore peso, complice la poca informazione sulla materia, il budget limitato e la novità e urgenza delle tematiche trattate. Eppure, i criteri ESG all’interno delle aziende, oltre che dei percorsi obbligati su cui tutti i Regulator mondiali stanno convergendo, rappresentano anche una serie di opportunità da cogliere per tutte le imprese, di qualsiasi dimensione.
Inoltre, un’azienda che cura le tematiche ESG al suo interno innesca una spirale di virtuosismi e benefici che abbraccia diversi aspetti: dalla capacità di attirare nuovi investitori e talenti, all’accesso a migliori finanziamenti, dall’aumento delle vendite alla fidelizzazione dei consumatori – che sempre più spesso richiedono e ricercano la sostenibilità – dal creare nuovi business al consentire di collaborare con partner più virtuosi, dall’evitare rischi di compliance e sanzioni, dato che le normative sulla sostenibilità diventeranno sempre più stringenti, fino ad arrivare alla creazione di un presente e un futuro migliori.
Al fine di ottenere questi benefici l’impresa deve intraprendere un percorso di sostenibilità al proprio interno che sia serio e coerente con i propri obiettivi aziendali. In ambito di sostenibilità il concetto “One-Fits-All” non è applicabile: non esiste un percorso di sostenibilità unico che sia appropriato per tutte le imprese. Risulta necessario partire effettuando una valutazione di sostenibilità (ESG assessment) personalizzata, che tenga conto degli aspetti peculiari connessi sia alla dimensione operativa sia al settore in cui l’azienda opera, e che sia il frutto di analisi approfondite fatte direttamente all’interno dell’impresa. Il punto di partenza per definire una strategia di sostenibilità personalizzata ed efficace per l’azienda, e che la porti ad abbracciare i criteri ESG, è capire quanto la singola azienda sia sostenibile, e quanto la sostenibilità è effettivamente presente nei processi aziendali interni. Ogni strategia di sostenibilità è diversa e parte dai diversi livelli di sostenibilità presenti in azienda.
Porsi le giuste domande per una valutazione quantitativa
Un momento di valutazione e diagnosi interno è fondamentale per iniziare o proseguire un qualsiasi processo strategico all’interno di un’impresa. L’assessment è un passaggio obbligato: si possono prendere decisioni consapevoli solo dopo una panoramica chiara. Mettere in atto una strategia aziendale presuppone come punto di partenza la piena consapevolezza dello stato attuale dell’impresa. Ne consegue che la strategia della sostenibilità di domani non può che dipendere dal livello di sostenibilità presente.
Le imprese incontrano non poche difficoltà in questo primo momento di assessment sul proprio grado di sostenibilità. I concetti ESG abbracciano una moltitudine di tematiche complesse, multidimensionali e che spaziano su più argomenti diversi: rispondere alla domanda “quanto è sostenibile l’azienda oggi” richiede l’expertise di porsi anche tante altre domande riguardanti la sostenibilità.
Le tre dimensioni ESG si declinano in numerosissimi modi:
• la E di environment, per esempio, viene comunemente ed erroneamente associata alla sola riduzione delle emissioni, su cui esistono già da anni delle regolamentazioni su una loro graduale diminuzione. Si tratta, tuttavia, soltanto di una minima parte della tematica ambientale su cui possono impegnarsi le aziende – e su cui di conseguenza devono essere valutate;
• Sostenibilità ambientale vuol dire anche compensazione delle emissioni residue prodotte, corretta gestione dei rifiuti, sostituzioni dei prodotti più inquinanti in favore di quelli più biodegradabili, ricerca e sviluppo di nuove tecnologie rispettose dell’ambiente, circolarità delle risorse, nuova vita ai materiali che venivano considerati canonicamente di scarto, energie alternative e rinnovabili;
• inoltre, la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche tutta una serie di svariate tematiche sociali e di governance – che possono spaziare dal board balance allo shareholder balance, dall’etica retributiva al welfare aziendale offerto ai dipendenti, dalla disclosure al pubblico sulla propria attività fino all’organizzazione e partecipazione attiva su progetti in sinergia con enti territoriali e/o no profit.
Porsi le giuste domande, soprattutto in ambito di sostenibilità, non è quindi mai facile né scontato.
Come passaggio successivo, dopo aver posto le giuste domande, per creare una strategia di sostenibilità coerente, è necessario rendere quantitativa la propria valutazione ESG: “Soltanto ciò che può essere misurato può essere migliorato”.
Assegnare un punteggio – o rating – di sostenibilità dopo l’assessment è essenziale. Quantificare correttamente i propri impatti vuol dire riuscire a valutare sia nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo gli effetti delle attività svolte, in termini ambientali, sociali e di governance. È un momento fondamentale per definire le giuste politiche aziendali e mettere in atto azioni che consentano di migliorare o consolidare le proprie performance ESG.
Solo dopo aver effettuato un assessment ESG e solo dopo aver capito quantitativamente il proprio livello di sostenibilità interna è infine possibile agire e partire con l’elaborazione e l’implementazione di piani di azione concreti che possano effettivamente far crescere la sostenibilità all’interno dell’azienda.
Gli strumenti per la sostenibilità
Il difficile contesto in cui sono chiamate ad operare le imprese appare quindi accidentato: cambiamenti globali, normative e framework regolamentari in costante evoluzione, nuovi scenari di mercato tra vincoli, limiti e benefici, valutazioni da effettuare su tematiche multidimensionali, nuove e che richiedono profonde expertise in ambiti completamente diversi fra loro, necessità di misurare, quantificare e standardizzare argomenti non considerati fino a qualche anno fa.
Le imprese che appaiono più disarmate dinanzi alle sfide e opportunità che offre la sostenibilità sono proprio le PMI. Si tratta di aziende che vogliono evolversi e iniziare percorsi di cambiamento improntati alle tematiche ESG e che credono nei benefici della sostenibilità, ma che spesso non hanno gli strumenti per approcciarsi, né tantomeno il budget o esperti a disposizione per effettuare assessment, valutazioni o strategie aziendali su tematiche che non riguardano strettamente quello che è il loro core business.
Proprio per fornire alle imprese gli strumenti per la sostenibilità, è nata Ecomate, la ESG suite in stile self-service che offre servizi di assessment e rating ESG alle PMI che vogliono instradarsi sul percorso verso la sostenibilità.
Come visto, dunque, esistono già strumenti tecnologici ed economici, in grado di semplificare la valutazione, la misurazione e le azioni che le imprese possono intraprendere: in questo modo, le diverse complessità della sostenibilità risultano di gran lunga semplificate, e le relative sfide e opportunità possono essere accolte anche dalle micro, piccole e medie imprese. Basta solo scegliere di iniziare il percorso.
Sostenibilità e successo aziendale: un binomio inscindibile
I profondi e radicali cambiamenti demografici, sociali, economici e climatici, a livello globale degli ultimi decenni hanno stravolto velocemente gli scenari di mercato e hanno imposto irrimediabilmente di rivedere e riadeguare i modelli di riferimento canonici di vivere e fare impresa, orientati esclusivamente al profitto.
Lo sviluppo sostenibile, la cura a tutto tondo dell’ambiente, dell’economia e della società sono i temi caldi degli ultimi anni non destinati a scomparire come una qualsiasi moda di mercato passeggera: queste tematiche stanno concentrando l’interesse e l’attenzione di Governi, Policy maker ed Enti sovranazionali; sono già da adesso l’argomento principale su cui si stringono le Agende Mondiali di sviluppo fino al 2050 e oltre.
Tutte le Regolamentazioni e Direttive europee più discusse e innovative degli ultimi anni riguardano la sostenibilità: il Regolamento sulla Tassonomia (in vigore dal 13 luglio 2020, a seguito del Regolamento (UE) 2020/852), che classifica le attività e i criteri tecnici per attribuire il bollino di attività sostenibile; la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), pilastro fondamentale dell’Agenda della Finanza Sostenibile lanciato a marzo 2018, che impone di fornire a tutti i partecipanti del mercato finanziario informazioni circa i rischi di sostenibilità e i principali impatti negativi creati sull’ambiente; la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), il cui testo è stato pubblicato lo scorso 16 dicembre nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, che stabilisce le norme in materia di divulgazione di informazioni di carattere non finanziario per le imprese di grandi dimensioni e per le PMI quotate. In aggiunta a queste, l’Europa sta divulgando tutta una serie di Action Plan di settore, Strategie e framework che mirano a far entrare sempre di più la sostenibilità all’interno delle aziende.
In questo contesto di continui cambiamenti e rimodellamenti normativi, ha iniziato a trasformarsi anche il nostro vocabolario: l’aggettivo sostenibile, che per anni ha avuto come significato universale quello di “essere atti a sopravvivere nel tempo, a conservarsi, a difendersi”, oggi assume l’accezione di “salvaguardia delle risorse” e di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”. Da questa nuova accezione di sostenibilità è mutato anche il concetto di sostenibilità aziendale e successo aziendale. Storicamente il successo aziendale era misurato soltanto in base alla capacità dell’impresa di generare valore economico: questa definizione appare ormai limitata e obsoleta. Alla luce dei grandi cambiamenti mondiali a cui stiamo assistendo e assisteremo ancora, la sola creazione di valore economico non è più sufficiente per definire un’azienda di successo e assicurarne la sopravvivenza nel tempo. Stiamo vivendo quindi anche una profonda trasformazione all’interno di quelli che sono sempre stati i canonici criteri alla base della valutazione aziendale: al fine di valutare correttamente un’impresa e la sua capacità di sopravvivere è necessario mettere sotto la lente di ingrandimento non solo l’abilità dell’azienda a produrre valore economico, ma anche come questa si pone nei confronti dell’Ambiente, della Società, e che sia coerente con questi valori anche nella Governance al suo interno (ESG).
L’aspetto ambientale – Environmental – riguarda l’impatto che l’attività economica ha sull’ambiente e sul territorio. Sostenibilità dal punto di vista ambientale significa conservare il capitale naturale tenendo presente che l’ambiente pone limiti ad alcune attività umane: non è più possibile “barattare” risorse ambientali o danni arrecati all’ambiente in cambio di vantaggi economici.
Un’azienda che ha a cura la tematica ambientale si impegna a porsi nei confronti dell’ambiente con un approccio sostenibile: produrre i propri prodotti con materiali il meno inquinanti possibile, evitare gli sprechi, sfruttare la circolarità dei materiali, compensare la propria impronta ambientale con azioni volte al sostegno dell’ambiente.
L’aspetto che riguarda la collettività – Social – ha a che fare con la salvaguardia della società attraverso il concreto miglioramento di tutta una serie di fondamenti, come: salute, relazioni personali, sicurezza, standard di vita, uguaglianza, libertà, servizi, welfare, prosperità. È relativo, quindi, alla capacità di un’azienda ad assicurare il benessere umano dell’individuo, il benessere collettivo della comunità e il benessere del territorio: la capacità di creare pertanto un impatto positivo sulla società. Gli esempi sono diversi: si passa da una corretta gestione del capitale umano, come il benessere psicofisico dei dipendenti, o anche al sostegno a iniziative per promuovere lo sviluppo del territorio, donazioni a enti benefici, iniziative di volontariato aziendale.
L’ultimo aspetto riguarda l’etica a tutto tondo interna all’azienda – Governance – il modo in cui un’impresa è amministrata. Concerne la remunerazione dei dirigenti (che può essere più o meno equa), l’etica retributiva, le strategie e le pratiche fiscali, la diversità e la struttura del Consiglio di Amministrazione con il rispetto della meritocrazia e board balance, il contrasto ad ogni forma di corruzione, il rispetto dei diritti degli azionisti, la trasparenza delle decisioni e delle scelte aziendali.
La governance dell’azienda è chiamata a mettere in atto politiche e strategie per essere quanto più possibile portatrice di valori sani e sostenibili.
Nuove opportunità per le imprese
Il tessuto economico italiano è costituito in maggior parte da PMI, che spesso vedono la sostenibilità come un ulteriore peso, complice la poca informazione sulla materia, il budget limitato e la novità e urgenza delle tematiche trattate. Eppure, i criteri ESG all’interno delle aziende, oltre che dei percorsi obbligati su cui tutti i Regulator mondiali stanno convergendo, rappresentano anche una serie di opportunità da cogliere per tutte le imprese, di qualsiasi dimensione.
Inoltre, un’azienda che cura le tematiche ESG al suo interno innesca una spirale di virtuosismi e benefici che abbraccia diversi aspetti: dalla capacità di attirare nuovi investitori e talenti, all’accesso a migliori finanziamenti, dall’aumento delle vendite alla fidelizzazione dei consumatori – che sempre più spesso richiedono e ricercano la sostenibilità – dal creare nuovi business al consentire di collaborare con partner più virtuosi, dall’evitare rischi di compliance e sanzioni, dato che le normative sulla sostenibilità diventeranno sempre più stringenti, fino ad arrivare alla creazione di un presente e un futuro migliori.
Al fine di ottenere questi benefici l’impresa deve intraprendere un percorso di sostenibilità al proprio interno che sia serio e coerente con i propri obiettivi aziendali. In ambito di sostenibilità il concetto “One-Fits-All” non è applicabile: non esiste un percorso di sostenibilità unico che sia appropriato per tutte le imprese. Risulta necessario partire effettuando una valutazione di sostenibilità (ESG assessment) personalizzata, che tenga conto degli aspetti peculiari connessi sia alla dimensione operativa sia al settore in cui l’azienda opera, e che sia il frutto di analisi approfondite fatte direttamente all’interno dell’impresa. Il punto di partenza per definire una strategia di sostenibilità personalizzata ed efficace per l’azienda, e che la porti ad abbracciare i criteri ESG, è capire quanto la singola azienda sia sostenibile, e quanto la sostenibilità è effettivamente presente nei processi aziendali interni. Ogni strategia di sostenibilità è diversa e parte dai diversi livelli di sostenibilità presenti in azienda.
Porsi le giuste domande per una valutazione quantitativa
Un momento di valutazione e diagnosi interno è fondamentale per iniziare o proseguire un qualsiasi processo strategico all’interno di un’impresa. L’assessment è un passaggio obbligato: si possono prendere decisioni consapevoli solo dopo una panoramica chiara. Mettere in atto una strategia aziendale presuppone come punto di partenza la piena consapevolezza dello stato attuale dell’impresa. Ne consegue che la strategia della sostenibilità di domani non può che dipendere dal livello di sostenibilità presente.
Le imprese incontrano non poche difficoltà in questo primo momento di assessment sul proprio grado di sostenibilità. I concetti ESG abbracciano una moltitudine di tematiche complesse, multidimensionali e che spaziano su più argomenti diversi: rispondere alla domanda “quanto è sostenibile l’azienda oggi” richiede l’expertise di porsi anche tante altre domande riguardanti la sostenibilità.
Le tre dimensioni ESG si declinano in numerosissimi modi:
• la E di environment, per esempio, viene comunemente ed erroneamente associata alla sola riduzione delle emissioni, su cui esistono già da anni delle regolamentazioni su una loro graduale diminuzione. Si tratta, tuttavia, soltanto di una minima parte della tematica ambientale su cui possono impegnarsi le aziende – e su cui di conseguenza devono essere valutate;
• Sostenibilità ambientale vuol dire anche compensazione delle emissioni residue prodotte, corretta gestione dei rifiuti, sostituzioni dei prodotti più inquinanti in favore di quelli più biodegradabili, ricerca e sviluppo di nuove tecnologie rispettose dell’ambiente, circolarità delle risorse, nuova vita ai materiali che venivano considerati canonicamente di scarto, energie alternative e rinnovabili;
• inoltre, la sostenibilità non riguarda solo l’ambiente, ma anche tutta una serie di svariate tematiche sociali e di governance – che possono spaziare dal board balance allo shareholder balance, dall’etica retributiva al welfare aziendale offerto ai dipendenti, dalla disclosure al pubblico sulla propria attività fino all’organizzazione e partecipazione attiva su progetti in sinergia con enti territoriali e/o no profit.
Porsi le giuste domande, soprattutto in ambito di sostenibilità, non è quindi mai facile né scontato.
Come passaggio successivo, dopo aver posto le giuste domande, per creare una strategia di sostenibilità coerente, è necessario rendere quantitativa la propria valutazione ESG: “Soltanto ciò che può essere misurato può essere migliorato”.
Assegnare un punteggio – o rating – di sostenibilità dopo l’assessment è essenziale. Quantificare correttamente i propri impatti vuol dire riuscire a valutare sia nel breve, ma anche nel medio e lungo periodo gli effetti delle attività svolte, in termini ambientali, sociali e di governance. È un momento fondamentale per definire le giuste politiche aziendali e mettere in atto azioni che consentano di migliorare o consolidare le proprie performance ESG.
Solo dopo aver effettuato un assessment ESG e solo dopo aver capito quantitativamente il proprio livello di sostenibilità interna è infine possibile agire e partire con l’elaborazione e l’implementazione di piani di azione concreti che possano effettivamente far crescere la sostenibilità all’interno dell’azienda.
Gli strumenti per la sostenibilità
Il difficile contesto in cui sono chiamate ad operare le imprese appare quindi accidentato: cambiamenti globali, normative e framework regolamentari in costante evoluzione, nuovi scenari di mercato tra vincoli, limiti e benefici, valutazioni da effettuare su tematiche multidimensionali, nuove e che richiedono profonde expertise in ambiti completamente diversi fra loro, necessità di misurare, quantificare e standardizzare argomenti non considerati fino a qualche anno fa.
Le imprese che appaiono più disarmate dinanzi alle sfide e opportunità che offre la sostenibilità sono proprio le PMI. Si tratta di aziende che vogliono evolversi e iniziare percorsi di cambiamento improntati alle tematiche ESG e che credono nei benefici della sostenibilità, ma che spesso non hanno gli strumenti per approcciarsi, né tantomeno il budget o esperti a disposizione per effettuare assessment, valutazioni o strategie aziendali su tematiche che non riguardano strettamente quello che è il loro core business.
Proprio per fornire alle imprese gli strumenti per la sostenibilità, è nata Ecomate, la ESG suite in stile self-service che offre servizi di assessment e rating ESG alle PMI che vogliono instradarsi sul percorso verso la sostenibilità.
Come visto, dunque, esistono già strumenti tecnologici ed economici, in grado di semplificare la valutazione, la misurazione e le azioni che le imprese possono intraprendere: in questo modo, le diverse complessità della sostenibilità risultano di gran lunga semplificate, e le relative sfide e opportunità possono essere accolte anche dalle micro, piccole e medie imprese. Basta solo scegliere di iniziare il percorso.
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