Fra i principali interventi normativi in tema ESG degli ultimi anni, vanno menzionati:
la Non Financial Reporting Directive (NFRD) nel 2014;
l’Accordo sul Clima di Parigi e l’Agenda ONU 2030 nel 2015;
l’High Level Expert Group sulla Finanza Sostenibile nel 2016; il primo piano d’azione sulla Finanza Sostenibile nel 2018 (COM 2018 97 final);
il Green Deal europeo nel 2019 (COM 2019 640 final);
la rinnovata strategia sulla Finanza Sostenibile nel 2021 (COM 2021 390 final);
la recentissima Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) nel dicembre 2022.
Per comprendere l’impatto di questi provvedimenti sulle politiche aziendali, pare opportuno offrire qualche ulteriore informazione sull’Agenda ONU 2030 (obiettivi e azioni) e sulla CSRD (misurazione e rendicontazione) e esplicitare le connessioni che legano Agenda ONU 2030, Green Deal, finanza sostenibile e CSRD.
Agenda ONU 2030 e SDGs
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione riguardante le persone, il pianeta e la prosperità.
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale
e istituzionale entro il 2030, inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito
da 169 target (traguardi) e 232 indicatori, entrambi funzionali agli SDGs.
L’Agenda ONU 2030:
costituisce un unico sistema integrato, tale da coinvolgere le imprese, le persone, le comunità e gli ecosistemi naturali in cui esse operano;
promuove la sostituzione dell’attuale modello di sviluppo, iniquo e portatore di squilibri economici, sociali e ambientali, con un diverso modello dove gli obiettivi di miglioramento si traducono in un percorso di crescita sostenibile correlato a 5 distinte categorie di SDG:Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership.
CSRD
La CSRD, pubblicata a dicembre 2022, ha introdotto nuove regole per il reporting di sostenibilità delle imprese andando a sostituire la direttiva 2014/95/EU (NFRD Non Financial Reporting Directive) e costituendo uno dei punti di riferimento di una più ampia politica europea della sostenibilità insieme al Green Deal europeo, all’Agenda UE per la Finanza Sostenibile e all’Agenda ONU 2030.
Senza entrare nel dettaglio delle nuove regole introdotte dalla direttiva, si osserva come la CSRD impatterà su tutte le catene di fornitura delle organizzazioni soggette ai nuovi obblighi di rendicontazione, che saranno anch’esse misurate in termini di impatto ambientale, sociale e di governance.
Si tratta di un significativo cambio di passo lungo un percorso lungo il quale tutte le aziende sono chiamate a definire quanto prima una chiara strategia di transizione verso un modello di business sostenibile, alternativo a quello tradizionale e ancorato ad un’ottica di lungo periodo.
Lo sviluppo sostenibile in breve
Obiettivi ESG
Finanza Sostenibile
Transizione ambientale
Rendicontazione ESG
SDGs: da studiare eintegrare nella culturae nelle strategieaziendali
Supporto finanziarioagli investimenti ESGdelle imprese sostenibilio aspiranti tali
Verifica e misural’effettività el’efficacia della azionia supporto dellasvolta ESG delleimprese
Connessioni fra Agenda ONU 2030, Green Deal, finanza sostenibile e CSRD
In estrema sintesi:
l’Agenda ONU 2030 ha fissato gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ancorandoli a una scadenza (2030) la cui rispettabilità è stata messa in forse dalla pandemia del 2020;
la finanza sostenibile si preoccupa:
di identificare quali siano gli investimenti sostenibili e responsabili che, in quanto tali, siano meritevoli di essere finanziati;
sviluppare e far utilizzare alle imprese canali di finanziamento specificamente dedicati al reperimento di risorse finanziarie a supporto della svolta ESG delle imprese;
nel Green Deal si è concretizzata la scelta dell’Unione Europea, anche a fronte della pandemia del 2020, di:
accelerare la transizione verso una società sostenibile;
trasformare l’Europa nel primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, in linea con gli impegni assunti nel quadro degli Accordi di Parigi e ricalcando le tre dimensioni della sostenibilità (Planet, Profit, People) contenute nell’Agenda ONU 2030;
la CSRD disciplina la rendicontazione della sostenibilità, consentendo di:
verificare e documentare quanto effettivo sia il progresso delle organizzazioni nel raggiungimento degli SDGs;
permettere al sistema finanziario di verificare l’efficacia dei finanziamenti erogati a supporto degli investimenti sostenibili e, soprattutto, il grado di rischio delle organizzazioni finanziate.
Nuove politiche aziendali per nuove strategie di sviluppo
Le imprese devono acquisire consapevolezza delle tante implicazioni dei processi normativi e regolamentari sopra descritti (che vanno quindi conosciuti e studiati) e definire strategie e azioni tali da permettere il raggiungimento degli SDGs rilevanti (materiali) per il loro specifico contesto aziendale di riferimento.
Quindi le politiche aziendali per la sostenibilità:
rappresentano l’insieme di principi e regole comportamentali alla base delle attività con cui l’impresa progetta e implementa un modello di sviluppo sostenibile;
sono espressione di una cultura aziendale, rinnovata e innovativa, che diviene Cultura della sostenibilità; • si traducono in strategie con cui realizzare gli obiettivi di sostenibilità sociali, ambientali e di governance espressi nell’Agenda ONU 2030;
esprimono l’impegno della direzione nella definizione di un percorso di crescita sostenibile ove trovino spazio:
1. la valutazione del rischio climatico e la definizione di strategie di adattamento e resilienza;
2. l’identificazione di un percorso di business modelling stakeholders’ oriented (valore condiviso);
3. la definizione di strategie di decarbonizzazione;
4. la transizione verso l’economia circolare;
conferiscono alla formazione continua una valenza strategica.
Cultura aziendale e politiche della sostenibilità: facciamo il punto per le PMI
La cultura aziendale media delle PMI si presenta frequentemente, troppo frequentemente, debole e ciò si traduce in un ostacolo per la progettazione e l’implementazione di politiche per la sostenibilità realmente efficaci.
Come porvi rimedio?
Ricorrendo all’intervento di team multi specialistico di consulenti sulla sostenibilità chiamati nei fatti:
• a svolgere un fondamentale ruolo di driver e acceleratore di cambiamento culturale aziendale;
• a supportare le imprese in un percorso di business re-modelling.
Quanto complesso sarà il percorso?
Dipenderà:
• dal livello di partenza della PMI, risultando evidente come analizzare e mappare il modello di business corrente dell’impresa e della relativa catena del valore (value chain) sia ben complesso laddove l’imprenditore non si sia mai precedentemente premurato di formalizzare un canvas di un qualche genere;• dall’intensità dell’impegno di cambiamento assunto dalla direzione e dalla reale consapevolezza di quest’ultima della necessità della svolta ESG.
Fra i principali interventi normativi in tema ESG degli ultimi anni, vanno menzionati:
Per comprendere l’impatto di questi provvedimenti sulle politiche aziendali, pare opportuno offrire qualche ulteriore informazione sull’Agenda ONU 2030 (obiettivi e azioni) e sulla CSRD (misurazione e rendicontazione) e esplicitare le connessioni che legano Agenda ONU 2030, Green Deal, finanza sostenibile e CSRD.
Agenda ONU 2030 e SDGs
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione riguardante le persone, il pianeta e la prosperità.
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai Governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals, SDGs) da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale
da 169 target (traguardi) e 232 indicatori, entrambi funzionali agli SDGs.
L’Agenda ONU 2030:
CSRD
La CSRD, pubblicata a dicembre 2022, ha introdotto nuove regole per il reporting di sostenibilità delle imprese andando a sostituire la direttiva 2014/95/EU (NFRD Non Financial Reporting Directive) e costituendo uno dei punti di riferimento di una più ampia politica europea della sostenibilità insieme al Green Deal europeo, all’Agenda UE per la Finanza Sostenibile e all’Agenda ONU 2030.
Senza entrare nel dettaglio delle nuove regole introdotte dalla direttiva, si osserva come la CSRD impatterà su tutte le catene di fornitura delle organizzazioni soggette ai nuovi obblighi di rendicontazione, che saranno anch’esse misurate in termini di impatto ambientale, sociale e di governance.
Si tratta di un significativo cambio di passo lungo un percorso lungo il quale tutte le aziende sono chiamate a definire quanto prima una chiara strategia di transizione verso un modello di business sostenibile, alternativo a quello tradizionale e ancorato ad un’ottica di lungo periodo.
Connessioni fra Agenda ONU 2030, Green Deal, finanza sostenibile e CSRD
In estrema sintesi:
Nuove politiche aziendali per nuove strategie di sviluppo
Le imprese devono acquisire consapevolezza delle tante implicazioni dei processi normativi e regolamentari sopra descritti (che vanno quindi conosciuti e studiati) e definire strategie e azioni tali da permettere il raggiungimento degli SDGs rilevanti (materiali) per il loro specifico contesto aziendale di riferimento.
Quindi le politiche aziendali per la sostenibilità:
1. la valutazione del rischio climatico e la definizione di strategie di adattamento e resilienza;
2. l’identificazione di un percorso di business modelling stakeholders’ oriented (valore condiviso);
3. la definizione di strategie di decarbonizzazione;
4. la transizione verso l’economia circolare;
Cultura aziendale e politiche della sostenibilità: facciamo il punto per le PMI
La cultura aziendale media delle PMI si presenta frequentemente, troppo frequentemente, debole e ciò si traduce in un ostacolo per la progettazione e l’implementazione di politiche per la sostenibilità realmente efficaci.
Come porvi rimedio?
Ricorrendo all’intervento di team multi specialistico di consulenti sulla sostenibilità chiamati nei fatti:
• a svolgere un fondamentale ruolo di driver e acceleratore di cambiamento culturale aziendale;
• a supportare le imprese in un percorso di business re-modelling.
Quanto complesso sarà il percorso?
Dipenderà:
• dal livello di partenza della PMI, risultando evidente come analizzare e mappare il modello di business corrente dell’impresa e della relativa catena del valore (value chain) sia ben complesso laddove l’imprenditore non si sia mai precedentemente premurato di formalizzare un canvas di un qualche genere;• dall’intensità dell’impegno di cambiamento assunto dalla direzione e dalla reale consapevolezza di quest’ultima della necessità della svolta ESG.
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