Le minacce climatiche, seppur prima non evidenti, sono ormai un argomento di rilevanza primaria e che richiede una risposta strutturata, documentata e replicabile da parte degli imprenditori lungo tutta la filiera, in collaborazione con i professionisti e le istituzioni di riferimento. Infatti, anche se inizialmente la riduzione della piovosità e l’innalzamento delle temperature hanno portato a dei benefici sulla maturazione delle uve e a un calo dell’incidenza delle malattie fungine, oggi fenomeni naturali estremi, come le gelate tardive e la migrazione dei vigneti sono testimoni di una situazione che mette sempre più pressione su questo prezioso settore.
La sostenibilità nel settore vitivinicolo va affrontata considerando tre aspetti fondamentali: quello finanziario, quello organizzativo e quello agricolo.
L’aspetto finanziario della sostenibilità nel settore vitivinicolo
Tale aspetto non comprende unicamente gli impieghi dei capitali a fini sostenibili, ma anche l’utilizzo di strumenti innovativi e alternativi rispetto alla finanza tradizionale per ottenere mezzi a sostegno dell’azienda (vedi ad es. i minibond agricoli).
Il capitale, una volta ottenuto, può essere usato non solo per comunicare la solidità del settore al mercato, ma soprattutto per portare valore nella dimensione della organizzazione aziendale e della componente G (dell’acronimo ESG, cioè Governance), spesso poco considerata. L’attenzione al supporto finanziario tramite aumenti di capitale, la creazione di iniziative di reverse factoring e dynamic discount, il coinvolgimento di partner terzi comunque legati al territorio, sono tutti dei mezzi validi per creare un benessere tangibile nell’azienda e nei suoi collaboratori.
La sostenibilità organizzativa
Questo aspetto va a diramarsi in una serie di diverse azioni che valorizzano e certificano la creazione di una filiera sostenibile e di una struttura organizzativa umana e aperta al dialogo e alla condivisione: un esempio è rappresentato dalla creazione
di un comitato operativo con funzione di gruppo di supporto misto a sostegno dei lavoratori in conformità con quanto intro- dotto dal principio SA8000:2014 (standard internazionale di certificazione redatto dal CEPAA – Council of Economical Priorities Accreditation Agency – e volto a certificare alcuni aspetti della gestione aziendale attinenti alla responsabilità sociale d’impresa, o CSR, dall’inglese Corporate Social Responsibility).
Inoltre, la presenza e l’immagine dell’azienda può essere messa in risalto tramite la creazione di una narrativa che ponga in evidenza le radici della propria produzione e il territorio. Questa immagine può essere concretizzata tramite una serie di azioni, tra le quali il sostegno di associazioni o organizzazioni che operano sul territorio, la creazione di una serie di rapporti con il mondo universitario o una scelta attenta degli operatorilocali.
La sostenibilità agricola
Il terzo aspetto va invece a gestire tutte le azioni legate non solo alla gestione attenta delle risorse disponibili ealla loro selezione secondo principi sostenibili, ma anche attività e strategie di innovazione dei processi e del prodotto, e di tutela del territorio.
Per quanto riguarda la tutela ambientale, le azioni concrete che anche una piccola cantina di produzione può mettere in atto sono diverse. L’utilizzo di principi di multi-colturalità e l’uso di parte dei propri spazi per la protezione dei boschi presenti sulla superficie, la creazione di aree semi-naturali non coltivate, per salvaguardare, in collaborazione con le istituzioni specifiche, eventuali specie protette presenti nel proprio territorio e di spazi per favorire la presenza di insetti impollinatori tramite la presenza di colture apposite sono solo alcune delle tante azioni possibili. Inoltre, anche la formazione dei propri lavoratori su temi di sostenibilità aziendale e ambientale nel quotidiano è un modo efficace per far arrivare la propria vocazione “sostenibile” oltre i confini aziendali, rendendo così i collaboratori parte di un processo di evoluzione della propria azienda.
Lo sviluppo e la sperimentazione di nuove varietà di vite, la gestione e l’upcycling delle risorse idriche tramite la creazione di impianti di trattamento per il riuso dell’ac- qua delle cantine o per la re-immissione delle acque trattate in natura, oppure la costruzione di bacini idrici per la raccol- ta dell’acqua piovana: queste sono tutte possibilità di espressione dei principi di sostenibilità in ambito agricolo.
Le certificazioni in ambito vitivinicolo
Certificare la propria attività e i processi che vengono messi in piedi per promulgare internamente e esternamente una certa filosofia d’impresa è importante. In quanto, non solo è una prova tangibile che attesta il proprio sforzo, ma è anche un segnale forte per il mercato e per i propri stakeholder. Questo processo può portare a vantaggi economici indiretti e diretti, che risultano evidenti in una logica strategica di medio-lungo periodo dove la continuità aziendale e la valorizzazione del contesto ambientale e sociale attorno ad essa sono messi al primo posto. I principali ISO di riferimento per il settore vitivinicolo sono:
ISO 22005 “Rintracciabilità di prodotto”: fornisce le linee guida per la rintracciabilità di un prodotto durante il suo ciclo di vita, ovvero dal momento in cui vengono acquisite le materie prime fino alla vendita del prodotto finito. Questo standard è particolarmente importante per garantire la sicurezza alimentare e per il controllo della catena di approvvigionamento. Il sistema di rintracciabilità permette di identificare e localizzare qualsiasi fase del processo di produzione, trasformazione, distribuzione e commercializzazione del prodotto, in modo da individuare eventuali problemi o anomalie e agire tempestivamente per prevenire o risolvere eventuali criticità di qualità o di sicurezza;
ISO 9001 “Sistemi di gestione della qualità”: definisce i requisiti per i sistemi di gestione della qualità. Questo standard si applica a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalla sua dimensione o dal settore in cui opera. L’obiettivo principale dell’ISO 9001 è di migliorare la soddisfazione del cliente fornendo prodotti e servizi che rispondono alle loro esigenze e alle loro aspettative. Inoltre, l’ISO 9001 mira a migliorare l’efficienza dei processi, a ri- durre i costi e a minimizzare gli errori e le inefficienze. I principi fondamentali includono il coinvolgimento della direzione, l’orientamento al cliente, l’approccio basato sui processi e il miglioramento continuo;
ISO 14046 “Water footprint di prodotto”: descrive le procedure per valutare l’impronta idrica di un prodotto, ovvero la quantità di acqua utilizzata durante il suo ciclo di vita. Questo standard è utile per valutare l’impatto ambientale dei prodotti sull’acqua e per promuovere una gestione responsabile delle risorse idriche. L’impronta idrica di un prodotto tiene conto di tutte le fasi del suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime alla produzione, dalla distribuzione e alla gestione dei rifiuti. La valutazione dell’impronta idrica di un prodotto aiuta a identificare i punti critici del processo produttivo in cui è possibile ridurre il consumo di acqua e a sviluppare strategie per migliorare la sostenibilità del prodotto. L’ISO 14046 fornisce una metodologia standardizzata per la valutazione dell’impronta idrica di un prodotto, consentendo una comparabilità tra i risultati ottenuti da diverse valutazioni;
ISO 21401“Certificazione sistemi di gestione del turismo sostenibile nelle strutture ricettive”: stabilisce i requisiti per i sistemi di gestione del turismo nelle strutture ricettive, in modo che le strutture ricettive possano operare in modo sostenibile, riducendo al minimo gli impatti negativi sull’ambiente e sulla società e massimizzando i benefici per la comunità locale. L’ISO 21401 fornisce una guida su come pianificare, implementare e monitorare un sistema di gestione del turismo sostenibile, consentendo alle strutture ricettive di dimostrare il loro impegno in questo senso;
ISO 14064-1 “Verifica degli inventari e asserzioni (report) GHG” (gas ad effetto serra): stabilisce i requisiti e le linee guida per la verifica degli inventari di gas ad effetto serra (GHG) e delle asserzioni relative alle emissioni di GHG. Lo standard specifica i requisiti per la verifica dell’inventario di GHG, inclusi i principi, le definizioni, le procedure e le competenze richieste. L’obiettivo dell’I- SO 14064-1 è di fornire un quadro comune per la verifica degli inventari di GHG, aumentando la trasparenza e la coerenza delle informazioni sull’emissione di GHG, consentendo alle organizzazioni di dimostrare il loro impegno per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;
ISO 14067 “Valutazione della Carbon Footprint di Prodotto”: fornisce le linee guida per la valutazione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) di un prodotto, ovvero la sua carbon footprint. Questo standard si concentra sulla valutazione delle emissioni di GHG durante il ciclo di vita del prodotto, ovvero dalla sua produzione, attraverso il trasporto, l’utilizzo e lo smaltimento finale. Lo scopo della valutazione della carbon footprint è quello di fornire informazioni trasparenti e verificabili ai consumatori, alle aziende e alle parti interessate sulla quantità di GHG emesse durante il ciclo di vita del prodotto. In questo modo, gli operatori del settore possono adottare misure per ridurre le emissioni di GHG del loro prodotto e dimostrare il loro impegno per la sostenibilità ambientale. La valutazione della carbon footprint di prodotto consente anche di confrontare la sostenibilità ambientale di prodotti simili e di identificare le aree in cui migliorare l’efficienza e la sostenibilità del ciclo di vita del prodotto.
Un’altra certificazione nata ad hoc per il vino italiano è Equalitas. La certificazione va a valutare l’operato dell’imprenditore sotto diversi aspetti. Per quanto pertiene la biodiversità, analizza quella del suolo, quella acquatica e la lichenica su tutta la superficie aziendale. Poi vengono verificate la water e carbon footprint dell’azienda e l’esclusione di fitofarmaci pericolosi. Le buone pratiche d’impresa sono sottoposte ad un’analisi organizzativa ed economica, dove si vanno a valutare i piani di crescita dei dipendenti, le relazioni con il territorio e diversi altri aspetti, che permettono all’azienda di ottenere una certificazione riconosciuta e spendibile di sostenibilità.
Un organismo da tenere in considerazione in quanto impresa vitivinicola è il Comitato della sostenibilità vitivinicola (CoSVi – cfr. decreto MIPAAF del 23 giugno 2021), che definisce il disciplinare, individua gli indica- tori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola e supporta il MIPAAF nella fase di confronto e consulta- zione del partenariato economico e socia- le sui contenuti del disciplinare. Il CoSVi è composto da rappresentanti del Ministero delle politiche agricole, delle Regioni e Pro- vince autonome, del CREA e di Accredia, nonché da un rappresentante per ciascuno dei sistemi di valutazione della sostenibilità nel settore vitivinicolo esistenti a livello nazionale.
I principali temi materiali nella filiera vitivinicola
L’analisi di materialità, necessaria a suppor- tare un processo di sviluppo sostenibile e la conseguente rendicontazione del mede- simo anche nelle cantine di produzione viti- vinicola, tiene in considerazione tematiche trasversali ad aspetti ambientali, sociali e di governance. Per quanto riguarda il settore specifico, riteniamo assai esauriente quanto esposto nel capitolo “L’analisi di materialità” nel bilancio di sostenibilità 2022 della ben nota Azienda vitivinicola Banfi. L’azienda effettua una valutazione qualitativa degli impatti, dalla quale emerge, per quanto riguarda le tematiche ambientali, un’attenzione particolare degli stakeholders verso l’adattamento climatico, il degrado del suolo e dei vigneti, lo smaltimento dei rifiuti e l’utilizzo di pesticidi. Tuttavia, vi è un sentiment positivo verso le iniziative di ricerca per lo sviluppo dei vitigni. Dal lato dei temi sociali, l’interesse è rivolto nei confronti della manodopera a basso costo e le condizioni dei lavoratori, la sicurezza alimentare, ma anche in merito alle relazioni con le comunità locali nel territorio.
Da tale valutazione risulta come sia particolarmente importante la tutela dell’ambiente. Questa è una peculiarità comune a quasi tutte le aziende del settore vitivinicolo, e in visione più ampia del settore agro-alimentare, in quanto, lavorando con risorse provenienti dal territorio, è fondamentale che esse siano curate attentamente al fine di offrire un prodotto di qualità.
I temi materiali sono coscientemente messi in relazione con gli SDGs di riferimento, garantendo così una visione al mercato e agli stakeholder completa di quale sia la strategia di medio-lungo termine dell’impresa.
Conclusioni
Si evidenzia come il settore vitivinicolo abbia delle peculiarità normative che sottolineano la estrema vicinanza della sostenibilità in un’attività che opera a stretto contatto con il territorio e le proprie risorse naturali.
La valorizzazione e la protezione di queste risorse non solo è un imperativo necessario a garantire un futuro florido al settore, ma anche l’unico modo per continuare ad esse- re un esempio di eccellenza e innovazione che guarda non solo al profitto aziendale, ma a tutti gli stakeholder coinvolti.
Le minacce climatiche, seppur prima non evidenti, sono ormai un argomento di rilevanza primaria e che richiede una risposta strutturata, documentata e replicabile da parte degli imprenditori lungo tutta la filiera, in collaborazione con i professionisti e le istituzioni di riferimento. Infatti, anche se inizialmente la riduzione della piovosità e l’innalzamento delle temperature hanno portato a dei benefici sulla maturazione delle uve e a un calo dell’incidenza delle malattie fungine, oggi fenomeni naturali estremi, come le gelate tardive e la migrazione dei vigneti sono testimoni di una situazione che mette sempre più pressione su questo prezioso settore.
La sostenibilità nel settore vitivinicolo va affrontata considerando tre aspetti fondamentali: quello finanziario, quello organizzativo e quello agricolo.
L’aspetto finanziario della sostenibilità nel settore vitivinicolo
Tale aspetto non comprende unicamente gli impieghi dei capitali a fini sostenibili, ma anche l’utilizzo di strumenti innovativi e alternativi rispetto alla finanza tradizionale per ottenere mezzi a sostegno dell’azienda (vedi ad es. i minibond agricoli).
Il capitale, una volta ottenuto, può essere usato non solo per comunicare la solidità del settore al mercato, ma soprattutto per portare valore nella dimensione della organizzazione aziendale e della componente G (dell’acronimo ESG, cioè Governance), spesso poco considerata. L’attenzione al supporto finanziario tramite aumenti di capitale, la creazione di iniziative di reverse factoring e dynamic discount, il coinvolgimento di partner terzi comunque legati al territorio, sono tutti dei mezzi validi per creare un benessere tangibile nell’azienda e nei suoi collaboratori.
La sostenibilità organizzativa
Questo aspetto va a diramarsi in una serie di diverse azioni che valorizzano e certificano la creazione di una filiera sostenibile e di una struttura organizzativa umana e aperta al dialogo e alla condivisione: un esempio è rappresentato dalla creazione
di un comitato operativo con funzione di gruppo di supporto misto a sostegno dei lavoratori in conformità con quanto intro- dotto dal principio SA8000:2014 (standard internazionale di certificazione redatto dal CEPAA – Council of Economical Priorities Accreditation Agency – e volto a certificare alcuni aspetti della gestione aziendale attinenti alla responsabilità sociale d’impresa, o CSR, dall’inglese Corporate Social Responsibility).
Inoltre, la presenza e l’immagine dell’azienda può essere messa in risalto tramite la creazione di una narrativa che ponga in evidenza le radici della propria produzione e il territorio. Questa immagine può essere concretizzata tramite una serie di azioni, tra le quali il sostegno di associazioni o organizzazioni che operano sul territorio, la creazione di una serie di rapporti con il mondo universitario o una scelta attenta degli operatorilocali.
La sostenibilità agricola
Il terzo aspetto va invece a gestire tutte le azioni legate non solo alla gestione attenta delle risorse disponibili e alla loro selezione secondo principi sostenibili, ma anche attività e strategie di innovazione dei processi e del prodotto, e di tutela del territorio.
Per quanto riguarda la tutela ambientale, le azioni concrete che anche una piccola cantina di produzione può mettere in atto sono diverse. L’utilizzo di principi di multi-colturalità e l’uso di parte dei propri spazi per la protezione dei boschi presenti sulla superficie, la creazione di aree semi-naturali non coltivate, per salvaguardare, in collaborazione con le istituzioni specifiche, eventuali specie protette presenti nel proprio territorio e di spazi per favorire la presenza di insetti impollinatori tramite la presenza di colture apposite sono solo alcune delle tante azioni possibili. Inoltre, anche la formazione dei propri lavoratori su temi di sostenibilità aziendale e ambientale nel quotidiano è un modo efficace per far arrivare la propria vocazione “sostenibile” oltre i confini aziendali, rendendo così i collaboratori parte di un processo di evoluzione della propria azienda.
Lo sviluppo e la sperimentazione di nuove varietà di vite, la gestione e l’upcycling delle risorse idriche tramite la creazione di impianti di trattamento per il riuso dell’ac- qua delle cantine o per la re-immissione delle acque trattate in natura, oppure la costruzione di bacini idrici per la raccol- ta dell’acqua piovana: queste sono tutte possibilità di espressione dei principi di sostenibilità in ambito agricolo.
Le certificazioni in ambito vitivinicolo
Certificare la propria attività e i processi che vengono messi in piedi per promulgare internamente e esternamente una certa filosofia d’impresa è importante. In quanto, non solo è una prova tangibile che attesta il proprio sforzo, ma è anche un segnale forte per il mercato e per i propri stakeholder. Questo processo può portare a vantaggi economici indiretti e diretti, che risultano evidenti in una logica strategica di medio-lungo periodo dove la continuità aziendale e la valorizzazione del contesto ambientale e sociale attorno ad essa sono messi al primo posto. I principali ISO di riferimento per il settore vitivinicolo sono:
ISO 22005 “Rintracciabilità di prodotto”: fornisce le linee guida per la rintracciabilità di un prodotto durante il suo ciclo di vita, ovvero dal momento in cui vengono acquisite le materie prime fino alla vendita del prodotto finito. Questo standard è particolarmente importante per garantire la sicurezza alimentare e per il controllo della catena di approvvigionamento. Il sistema di rintracciabilità permette di identificare e localizzare qualsiasi fase del processo di produzione, trasformazione, distribuzione e commercializzazione del prodotto, in modo da individuare eventuali problemi o anomalie e agire tempestivamente per prevenire o risolvere eventuali criticità di qualità o di sicurezza;
ISO 9001 “Sistemi di gestione della qualità”: definisce i requisiti per i sistemi di gestione della qualità. Questo standard si applica a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalla sua dimensione o dal settore in cui opera. L’obiettivo principale dell’ISO 9001 è di migliorare la soddisfazione del cliente fornendo prodotti e servizi che rispondono alle loro esigenze e alle loro aspettative. Inoltre, l’ISO 9001 mira a migliorare l’efficienza dei processi, a ri- durre i costi e a minimizzare gli errori e le inefficienze. I principi fondamentali includono il coinvolgimento della direzione, l’orientamento al cliente, l’approccio basato sui processi e il miglioramento continuo;
ISO 14046 “Water footprint di prodotto”: descrive le procedure per valutare l’impronta idrica di un prodotto, ovvero la quantità di acqua utilizzata durante il suo ciclo di vita. Questo standard è utile per valutare l’impatto ambientale dei prodotti sull’acqua e per promuovere una gestione responsabile delle risorse idriche. L’impronta idrica di un prodotto tiene conto di tutte le fasi del suo ciclo di vita, dall’estrazione delle materie prime alla produzione, dalla distribuzione e alla gestione dei rifiuti. La valutazione dell’impronta idrica di un prodotto aiuta a identificare i punti critici del processo produttivo in cui è possibile ridurre il consumo di acqua e a sviluppare strategie per migliorare la sostenibilità del prodotto. L’ISO 14046 fornisce una metodologia standardizzata per la valutazione dell’impronta idrica di un prodotto, consentendo una comparabilità tra i risultati ottenuti da diverse valutazioni;
ISO 21401“Certificazione sistemi di gestione del turismo sostenibile nelle strutture ricettive”: stabilisce i requisiti per i sistemi di gestione del turismo nelle strutture ricettive, in modo che le strutture ricettive possano operare in modo sostenibile, riducendo al minimo gli impatti negativi sull’ambiente e sulla società e massimizzando i benefici per la comunità locale. L’ISO 21401 fornisce una guida su come pianificare, implementare e monitorare un sistema di gestione del turismo sostenibile, consentendo alle strutture ricettive di dimostrare il loro impegno in questo senso;
ISO 14064-1 “Verifica degli inventari e asserzioni (report) GHG” (gas ad effetto serra): stabilisce i requisiti e le linee guida per la verifica degli inventari di gas ad effetto serra (GHG) e delle asserzioni relative alle emissioni di GHG. Lo standard specifica i requisiti per la verifica dell’inventario di GHG, inclusi i principi, le definizioni, le procedure e le competenze richieste. L’obiettivo dell’I- SO 14064-1 è di fornire un quadro comune per la verifica degli inventari di GHG, aumentando la trasparenza e la coerenza delle informazioni sull’emissione di GHG, consentendo alle organizzazioni di dimostrare il loro impegno per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra;
ISO 14067 “Valutazione della Carbon Footprint di Prodotto”: fornisce le linee guida per la valutazione delle emissioni di gas ad effetto serra (GHG) di un prodotto, ovvero la sua carbon footprint. Questo standard si concentra sulla valutazione delle emissioni di GHG durante il ciclo di vita del prodotto, ovvero dalla sua produzione, attraverso il trasporto, l’utilizzo e lo smaltimento finale. Lo scopo della valutazione della carbon footprint è quello di fornire informazioni trasparenti e verificabili ai consumatori, alle aziende e alle parti interessate sulla quantità di GHG emesse durante il ciclo di vita del prodotto. In questo modo, gli operatori del settore possono adottare misure per ridurre le emissioni di GHG del loro prodotto e dimostrare il loro impegno per la sostenibilità ambientale. La valutazione della carbon footprint di prodotto consente anche di confrontare la sostenibilità ambientale di prodotti simili e di identificare le aree in cui migliorare l’efficienza e la sostenibilità del ciclo di vita del prodotto.
Un’altra certificazione nata ad hoc per il vino italiano è Equalitas. La certificazione va a valutare l’operato dell’imprenditore sotto diversi aspetti. Per quanto pertiene la biodiversità, analizza quella del suolo, quella acquatica e la lichenica su tutta la superficie aziendale. Poi vengono verificate la water e carbon footprint dell’azienda e l’esclusione di fitofarmaci pericolosi. Le buone pratiche d’impresa sono sottoposte ad un’analisi organizzativa ed economica, dove si vanno a valutare i piani di crescita dei dipendenti, le relazioni con il territorio e diversi altri aspetti, che permettono all’azienda di ottenere una certificazione riconosciuta e spendibile di sostenibilità.
Un organismo da tenere in considerazione in quanto impresa vitivinicola è il Comitato della sostenibilità vitivinicola (CoSVi – cfr. decreto MIPAAF del 23 giugno 2021), che definisce il disciplinare, individua gli indica- tori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola e supporta il MIPAAF nella fase di confronto e consulta- zione del partenariato economico e socia- le sui contenuti del disciplinare. Il CoSVi è composto da rappresentanti del Ministero delle politiche agricole, delle Regioni e Pro- vince autonome, del CREA e di Accredia, nonché da un rappresentante per ciascuno dei sistemi di valutazione della sostenibilità nel settore vitivinicolo esistenti a livello nazionale.
I principali temi materiali nella filiera vitivinicola
L’analisi di materialità, necessaria a suppor- tare un processo di sviluppo sostenibile e la conseguente rendicontazione del mede- simo anche nelle cantine di produzione viti- vinicola, tiene in considerazione tematiche trasversali ad aspetti ambientali, sociali e di governance. Per quanto riguarda il settore specifico, riteniamo assai esauriente quanto esposto nel capitolo “L’analisi di materialità” nel bilancio di sostenibilità 2022 della ben nota Azienda vitivinicola Banfi. L’azienda effettua una valutazione qualitativa degli impatti, dalla quale emerge, per quanto riguarda le tematiche ambientali, un’attenzione particolare degli stakeholders verso l’adattamento climatico, il degrado del suolo e dei vigneti, lo smaltimento dei rifiuti e l’utilizzo di pesticidi. Tuttavia, vi è un sentiment positivo verso le iniziative di ricerca per lo sviluppo dei vitigni. Dal lato dei temi sociali, l’interesse è rivolto nei confronti della manodopera a basso costo e le condizioni dei lavoratori, la sicurezza alimentare, ma anche in merito alle relazioni con le comunità locali nel territorio.
Da tale valutazione risulta come sia particolarmente importante la tutela dell’ambiente. Questa è una peculiarità comune a quasi tutte le aziende del settore vitivinicolo, e in visione più ampia del settore agro-alimentare, in quanto, lavorando con risorse provenienti dal territorio, è fondamentale che esse siano curate attentamente al fine di offrire un prodotto di qualità.
I temi materiali sono coscientemente messi in relazione con gli SDGs di riferimento, garantendo così una visione al mercato e agli stakeholder completa di quale sia la strategia di medio-lungo termine dell’impresa.
Conclusioni
Si evidenzia come il settore vitivinicolo abbia delle peculiarità normative che sottolineano la estrema vicinanza della sostenibilità in un’attività che opera a stretto contatto con il territorio e le proprie risorse naturali.
La valorizzazione e la protezione di queste risorse non solo è un imperativo necessario a garantire un futuro florido al settore, ma anche l’unico modo per continuare ad esse- re un esempio di eccellenza e innovazione che guarda non solo al profitto aziendale, ma a tutti gli stakeholder coinvolti.
Articoli recenti
Categorie