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  • L’importanza della trasparenza nella sostenibilità aziendale: lezioni e opportunità
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Nel contesto economico e sociale attuale, la sostenibilità è diventata una priorità assoluta per le aziende di qualsiasi dimensione. Non basta più adottare pratiche sostenibili: occorre comunicarle con trasparenza dimostrando un impegno autentico e costante. La nuova Direttiva Europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) richiederà a oltre 7.800 grandi imprese e a migliaia di PMI di rendicontare le proprie prestazioni di sostenibilità già a partire dal 2024 per alcune di esse. Questo cambiamento epocale obbligherà molte aziende ad adottare una strategia ESG (Ambientale, Sociale, Governance) chiara e coerente, pena la perdita di competitività sul mercato.

1. Comunicare la sostenibilità: perché è cruciale

Le aziende sono sempre più esposte alla valutazione del loro impatto ambientale e sociale, sia dai consumatori che dagli investitori. In effetti, secondo un sondaggio del 2020, il 73% dei consumatori globali afferma di essere disposto a cambiare le proprie abitudini di consumo per ridurre il proprio impatto ambientale. Tuttavia, il modo in cui le aziende comunicano il loro impegno verso la sostenibilità è altrettanto importante quanto le azioni intraprese.

Con la CSRD, le imprese che superano determinati criteri dimensionali dovranno redigere un report di sostenibilità obbligatorio, che dovrà essere integrato all’interno della relazione sulla gestione aziendale. Le scadenze principali includono:

  • 1° gennaio 2025 (riferimento all’esercizio 2024) – grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti che superino almeno uno dei seguenti limiti: a) attivo stato patrimoniale > € 25 mln, b) ricavi netti > € 50 mln;
  • 1° gennaio 2026 (riferimento all’esercizio 2025) – tutte le grandi imprese non quotate che alla data di chiusura del bilancio, anche consolidato, abbiano superato due dei seguenti limiti: a) numero medio di 250 dipendenti, b) attivo stato patrimoniale > € 25 mln, c) ricavi netti > € 50 mln;
  • 1° gennaio 2027 (riferimento all’esercizio 2026) : PMI quotate in borsa che alla data di chiusura del bilancio abbiano superato due dei seguenti limiti: a) numero medio di dipendenti compreso tra 10 e 250, b) attivo stato patrimoniale compreso tra € 450.000 e € 25 mln, c) ricavi netti compresi tra € 900.000 e 50 mln;
  • 1° gennaio 2029 (riferimento all’esercizio 2028): imprese non europee con determinati limiti e/o filiali o succursali nell’Unione. 

In tale scenario, oltre 120.000 PMI saranno indirettamente coinvolte attraverso le loro filiere, poiché dovranno adeguarsi alle richieste di sostenibilità dei partner commerciali e dei grandi clienti. Per queste aziende, il reporting non sarà solo una questione di conformità, ma una leva strategica per rimanere competitive.

2. La trasparenza come chiave: il caso Balocco/Ferragni

L’importanza della trasparenza è evidente, soprattutto in un’era in cui i consumatori sono iperconnessi e pronti a rilevare anche la minima incoerenza. Un esempio lampante è il caso della collaborazione tra Chiara Ferragni e il marchio dolciario italiano Balocco, avvenuta nel 2021. Sebbene l’iniziativa fosse inizialmente ben accolta, ha presto incontrato critiche perché non veniva percepita come un’operazione autenticamente sostenibile. Molti hanno accusato il brand di sfruttare l’immagine di Ferragni per operazioni di marketing più che per un reale impegno nella sostenibilità.

Questo esempio dimostra quanto sia fondamentale non solo agire, ma anche comunicare correttamente e in modo trasparente. La CSRD prevede l’obbligo di fornire informazioni dettagliate e verificabili, riducendo al minimo i rischi di “greenwashing”, ovvero pratiche di marketing che mascherano la mancanza di un reale impatto positivo.Secondo uno studio di Edelman, il 56% dei consumatori ritiene che le aziende facciano “greenwashing”. Questa percezione può avere effetti devastanti sulla fiducia del pubblico, dimostrando quanto sia vitale una comunicazione trasparente, accompagnata da azioni concrete.

3. Non serve la perfezione, ma il miglioramento: il caso Ferrero

Nonostante l’attenzione crescente alla sostenibilità, nessuna azienda è perfetta. Tuttavia, ciò che conta è l’impegno a migliorare costantemente. Un esempio significativo è il caso di Ferrero, nel 2019 fu coinvolta in uno scandalo legato alla raccolta di nocciole in Turchia, dove venne scoperto che venivano impiegati bambini nel processo di raccolta. La notizia suscitò forti reazioni e la Ferrero dovette affrontare una dura crisi reputazionale.

In risposta, l’azienda non si è limitata a risolvere il problema, ma ha intrapreso un percorso di miglioramento continuo, inserendo nei suoi bilanci successivi una rendicontazione dettagliata sui progressi fatti nella filiera delle nocciole. Ferrero ha avviato iniziative per migliorare le condizioni lavorative, implementando pratiche di tracciabilità della filiera e collaborando con ONG per garantire che i diritti dei lavoratori fossero rispettati.Questo dimostra che le aziende non devono essere perfette sin dall’inizio, ma devono dimostrare un impegno reale nel miglioramento. La CSRD richiede alle aziende di fornire prove tangibili di miglioramento e di trasparenza nelle loro pratiche ESG, un obbligo che diventerà cruciale per tutte le grandi imprese dal 2025.

4. Mai mentire sulla sostenibilità: la lezione dal caso Volkswagen

Mentire sulla sostenibilità può avere conseguenze devastanti. Un esempio emblematico è il caso di Volkswagen, noto come il “Dieselgate”, scoppiato nel 2015. L’azienda ammise di aver falsificato i test sulle emissioni delle sue vetture diesel per farle apparire più ecologiche di quanto fossero in realtà. Questo scandalo ha avuto conseguenze enormi: oltre 30 miliardi di dollari di multe e risarcimenti, una perdita di fiducia globale, e un danno irreparabile alla reputazione del brand.

Il Dieselgate rappresenta uno dei più grandi scandali legati al “greenwashing” nella storia aziendale e dimostra che mentire non è mai un’opzione valida. La CSRD richiede una trasparenza rigorosa e obbliga le aziende a fornire dati accurati e verificabili sulle loro performance ambientali e sociali. La trasparenza non è solo una questione etica, ma anche un imperativo normativo.

Perché agire ora

Con l’entrata in vigore della CSRD, il panorama delle imprese europee cambierà radicalmente. Le aziende che si adegueranno rapidamente alle nuove normative avranno diversi vantaggi:

  1. Adeguamento normativo: Evitare sanzioni e penalizzazioni conformandosi tempestivamente alle nuove regole.
  2. Competitività di filiera: Rispondere alle richieste di sostenibilità dei partner commerciali e dei consumatori.
  3. Accesso a finanziamenti: Migliorare il proprio accesso a capitali e agevolazioni grazie alla rendicontazione trasparente.

Miglior punteggio: Ottenere un miglior posizionamento nelle graduatorie per bandi e contributi a fondo perduto.

Come iniziare

Per affrontare con successo le sfide legate alla CSRD, il primo passo è un assessment ESG accurato. Questo permette di individuare i punti di forza e le aree di miglioramento nei tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale e governance. Un assessment ben strutturato sarà la base per costruire una strategia solida e conforme alle normative.

EFTILIA è pronta a guidare le imprese in questo percorso di trasformazione, offrendo consulenza esperta e strumenti per affrontare le sfide della rendicontazione ESG.

La sostenibilità è molto più di una moda: è una trasformazione strategica che richiede trasparenza, miglioramento costante e integrità. Le aziende che agiscono in modo autentico e comunicano i loro progressi in modo trasparente saranno premiate con la fiducia dei consumatori e degli investitori.

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