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  • Gli standard di rendicontazione ESG
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Ad oggi la sostenibilità non è più solo un valore etico, ma un requisito normativo e strategico per le imprese di ogni dimensione. 
La necessità di rendicontare le proprie performance ambientali, sociali e di governance (ESG) sta diventando centrale, spinta da normative come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e dai nuovi standard europei di rendicontazione di sostenibilità (ESRS).

Fino a pochi anni fa, l’obbligo di rendicontazione riguardava solo le grandi aziende, ma il quadro normativo sta evolvendo rapidamente. Le nuove regole coinvolgeranno progressivamente anche le PMI, imponendo loro di comunicare in modo trasparente il proprio impatto sulla società e sull’ambiente. Dal 2024 l’obbligo riguarda le grandi imprese con oltre 500 dipendenti, ma dal 2025 sarà esteso anche a quelle con almeno 250 dipendenti o con determinate soglie di fatturato e attivo di bilancio. A partire dal 2026, anche le PMI quotate dovranno adeguarsi.

Di fronte a queste nuove sfide, le aziende devono scegliere come affrontare la transizione. Il quadro normativo offre diversi strumenti, come i Global Reporting Initiative (GRI), gli ESRS e il Voluntary Sustainability Reporting for SMEs (VSME), quest’ultimo pensato per facilitare la rendicontazione delle PMI non quotate. Oltre a essere un adempimento, la sostenibilità rappresenta un’opportunità strategica: un’azienda che comunica in modo efficace il proprio impegno ESG può migliorare la propria reputazione, attirare investitori e clienti sensibili a questi temi e accedere a finanziamenti agevolati per la transizione ecologica.

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